La nostra posizione sul Postrino

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IL COMPARTO DEL POSTRINO: L’EREDITÀ DI POLITICHE DI SVILUPPO CHE SI MANIFESTANO SEMPRE PIÙ INADEGUATE ALL’ATTUALE REALTÀ ECONOMICA E SOCIALE DEL NOSTRO TERRITORIO.

La firma di ratifica del piano particolareggiato denominato “D4.2 Postrino” da parte del Commissario prefettizio , si configura come “atto dovuto” di un iter burocratico avviato in anni precedenti e non certo come scelta di natura politica che peraltro il Commissario non potrebbe compiere.

Questo però non può non farci riflettere sull’idea di sviluppo che per anni si è sostenuta, un’idea in base alla quale lo sviluppo era commisurato alla quantità di metri cubi autorizzati anche a discapito di un consumo del territorio che si sta rivelando sempre più insostenibile.

Un’idea che partiva dal presupposto che la semplice previsione di più Centri commerciali , più insediamenti produttivi ed abitativi portassero di per sé maggiore sviluppo ed occupazione, mentre invece si sono semplicemente sostituiti all’esistente non portando una sensibile reale crescita all’economia locale. Al contrario si sono spesso svuotati i centri storici ed impoveriti gli insediamenti esistenti.

Per questo occorre al più presto rivedere e ridimensionare il Piano Strutturale Comunale e le scelte strategiche di assetto e sviluppo in esso prefigurate, tutelando l’integrità fisica ed ambientale nonché l’identità culturale del nostro territorio.

Questo processo deve avvenire attraverso la consultazione e il reale coinvolgimento della cittadinanza, anche con la eventuale previsione di referendum popolari a fronte di decisioni così importanti per la vita e il futuro di ognuno di noi.

La nuova Amministrazione Comunale dovrà quindi impegnarsi su una nuova idea di sviluppo puntando sulla evoluzione ed eventuale riconversione delle aree industriali e commerciali esistenti e previste dal PSC , all’interno di una politica di rigenerazione urbana che riduca il consumo di suolo, tuteli il territorio agricolo, diffonda la rete di connessione a banda larga, incentivi la riqualificazione delle strutture e degli edifici esistenti. anche attraverso incentivi e politiche fiscali che favoriscano l’integrazione e l’innovazione reale dei prodotti e dei servizi.

SINISTRA AMBIENTE PER PERSICETO
P.S.I. Terre d’acqua
S.E.L. Terred’acqua

 

CHE FINE FARANNO GLI OSPEDALI?

Negli anni 90 vennero chiusi gli ospedali più piccoli (Molinella, San Pietro in Casale, Crevalcore), negli anni seguentisi ridusse l’attività anche negli ospedali più grandi (come la chirurgia generale del Bellaria).

recentemente si è poi ridotta l’attività degli ospedali intermedi, bazzano sat vivendo una lenta agonia, Budrio trasformato senza infamia e senza lode in casa della Salute (attualmente l’unica casa della salute ospedaliera).

A San Giovanni in Persiceto da qualche mese si è licenziato (per trasferimento in altro nosocomio) il ginecologo, sostituito da un altro professionista a cui però non è stata costruita un’organizzazione pertanto l’attività chirurgica ginecologica langue. Da fine maggio anche l’ortopedico terminarà la sua attività (stessa motivazione del ginecologo) vedremo da chi e come verrà sostituito e quale organizzazione daranno al servizio. Da circa un anno siamo in attesa della riorganizzazione della rete ospedaliera e dell’ospedale di San Giovanni in Persiceto e da mesi dovrebbe essere data riorganizzazione della rete “DATER” ma di tutto ciò attualmente non si sa nulla.

Chiediamo all’assessore regionale Dott. Venturi e alla Direzioe generale dell’AUSL di Bologna di comunicare quale sorte riserveranno agli ospedali della Provincia di Bologna